Quando parliamo di Fotografia Digitale dobbiamo mettere sul piatto della discussione molti elementi di cui prima si occupavano solo gli stampatori. Quei personaggi che passavano ore ed ore in camera oscura alla ricerca delle giuste tonalità, del contrasto di ogni singola immagine della correzione dell’ esposizione selettiva, con mascherature, bruciature e le varie scalature di carta.
Wow! Dobbiamo imparare tutto questo?? Non necessariamente, ma proviamo a migliorare le nostre immagini partendo dal presupposto, per esempio, che le vogliamo mostrare agli amici o condividere sui tanti siti di photo-sharing (come flickr), o magari su un blog. Un’ immagine “migliore” renderà più interessante il suo contenuto. Un’ immagine sottoesposta, sbiadita, priva di contrasto o esageratamente satura, a parità di contenuti risulterà sbagliata o addirittura da scartare. Vediamo dove possiamo arrivare, senza creare nessun artificio nelle nostre foto, partendo dalla regolazione della scala tonale, del contrasto e dell’esposizione con l’uso degli strumenti di base forniti con la maggior parte dei software di foto-ritocco. I “Livelli” e le “Curve” sono gli strumenti fondamentali, inizieremo da quì!
Livelli e Curve
Partiamo dunque con l’elaborazione di base di un immagine digitale. Prima di arrivare al sodo però, si rende necessaria una premessa, cioè come reagisce un sensore alla luce e quindi come elabora i dati catturati nello scatto.
La gamma lineare
I sensori delle fotocamere digitali reagiscono alla luce in modo lineare mentre l’ occhio umano ha una percezione non-lineare della luce. Anche per chi proveniva dalla pellicola, ed era abituato a trovare un contrasto caratteristico per ogni emulsione, cioè definito da una “curva” (es. diapositiva, negativa, negativo b/n), non riscontrerà questo tipo di cattura della luce. I sensori, infatti, conteggiano semplicemente i fotoni in modo lineare. Questo significa che, se una fotocamera utilizza una codifica a 12 bit produce un’ immagine suddivisa in 4096 livelli di luminosità, dove il livello 2048 rappresenta la metà dei fotoni registrati al livello 4096. Registra quindi una “gamma lineare“, dove i livelli corrispondo esattamente al numero di fotoni catturati. Questa precisazione tecnica mi serve a far capire che la fotografia digitale traduce la luce in modo differente rispetto alla nostra percezione visiva della scena e che necessita, spesso, di una correzione della curva di contrasto per riportare i livelli tonali su una scala più realistica.
Osservando questo schema risulta chiaro che una corretta esposizione è determinante in fase di ripresa. In quanto, un’ immagine sottoesposta, risulta totalmente povera come gamma tonale, specialmente nelle ombre che sono confinate in soli 64 livelli dell’ intera gamma. Su Gimp e su tutti i software di elaborazione immagini, troviamo la palette “istogramma” che ci mostra la distribuzione della gamma catturata in quantità di pixel, suddivisa su una scala di 256 livelli di intensità.
L’ esempio mostra come ampliare la gamma tonale con lo strumento “curve”.
L’immagine originale è sottoesposta e infatti presenta un istogramma vuoto nella zona delle luci.
Con lo strumento curve è possibile generare una curva di correzione guidata da punti precisi, anche per ogni singolo canale di colore, che ci permette di avere una correzione molto selettiva della gamma. Andando ad agire sul singolo canale di colore RGB è possibile anche eliminare eventuali, e fastidiose, dominanti di colore.
Su Gimp troviamo la regolazione “curve” nel menù Colori -> Curve..
L’immagine elaborata presenta, adesso, un istogramma più distribuito e quindi una più ampia gamma tonale inoltre abbiamo ottenuto una corretta esposizione che ci riporta ad una percezione più realistica della scena fotografata.
Buon lavoro!